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MODELLO ORGANIZZATIVO E CODICE ETICO

protocolli operativi 231 control consulenza aziendale

Il modello 231 viene adottato per permettere alle imprese di essere dispensate dai reati imputati ai singoli dipendenti e, mediante la sua compilazione, la società che lo sottoscrive può chiedere legittimamente l’esclusione o la limitazione della propria responsabilità derivante da uno dei reati menzionati nella norma.

Il modello 231 è un modello di organizzazione e gestione, non parliamo di un modello obbligatorio ma della possibilità per le imprese di ridurre il rischio di essere chiamate a rispondere per uno dei reati sanzionati dal decreto 231.

Com’è fatto un modello 231?

Questo modello organizzativo di gestione e controllo consiste in un insieme di vari elementi che compongono un vero e proprio sistema di gestione preventiva di rischi, ecco alcuni di questi elementi:

  • disposizioni organizzative
  • procedure
  • modulistica
  • codici comportamentali
  • software
  • commissioni

Non esiste un modello generico che vada bene per ogni tipo di azienda ma , ogni modello organizzativo, viene stilato in base alle caratteristiche proprie di ogni azienda, in base alle attività che svolge, ai processi produttivi e agli interlocutori con cui interagisce.

 

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Come si realizza un modello organizzativo 231

L’effettiva realizzazione del modello 231 prevede 5 distinte fasi:

  • mappatura delle aree a rischio di reato
  • valutazione del sistema di controllo interno
  • analisi comparativa e piani di miglioramento
  • redazione del modello vero e proprio
  • formazione e diffusione

Tutte le aziende esposte al rischio di contestazione delle violazioni citate nella norma possono sottoscrivere il modello 231, anche le piccole e medie imprese, non ci sono limiti a riguardo.

    I pro di adottare un modello 231

    Adottare un modello 231 non è obbligatorio. Tuttavia, può rivelarsi una scelta realmente vantaggiosa.

    Un modello 231 infatti è, ai sensi del d.lgs. n. 231/2001, un modello organizzativo idoneo a prevenire reati consente l’esclusione o la riduzione della responsabilità dell’ente.

    Nel caso in cui il procedimento sia già avviato, l’adozione di un Modello Organizzativo è in grado di ridurre le conseguenze per l’ente rispetto alla commissione del reato creando dei VANTAGGI all’Ente:

         • Maggiore forza nel “rating della legalità” per l’accesso a finanziamenti pubblici e al credito bancario

        • Possibilità maggiori di lavorare con società a partecipazione pubblica che spesso richiedono ai propri partner commerciali di implementare un Modello Organizzativo 231

       • Maggiore chiarezza organizzativa di ruoli e responsabilità

       • Maggiore trasparenza nella gestione aziendale

       • Migliore diffusione di valori e cultura aziendale

       • Migliore cultura dei rischi e dei controlli sulle operazioni di business e di supporto in azienda

       • Agevolato il rispetto di normative correlate al D. Lgs 231 come la salute e la sicurezza sul lavoro e la sicurezza ambientale

       • Migliorata immagine aziendale, delle comunicazioni sociali e dei rapporti con i vari stakeholders.

     

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    IL CODICE ETICO

    I codici etici sono, anzitutto, documenti voluti e approvati dal massimo vertice dell’ente – amministratore unico, consiglio d’amministrazione, ecc. – e portati a conoscenza dell’intera organizzazione aziendale, perché vengano recepiti e applicati.

    In generale il codice etico deve prescrivere il rispetto assoluto della normativa applicabile, non solo quella legale ma anche quella derivante dai principi di correttezza che regolano l’attività dell’ente.

    Così, è senz’altro possibile che una violazione del codice etico non integri gli estremi di un reato, ovvero non determini responsabilità diretta dell’ente medesimo, secondo i principi di cui al citato d.lgs. n. 231.

    In particolare, il CODICE ETICO dovrebbe focalizzarsi sui “comportamenti rilevanti ai fini del decreto 231 e andrebbe distintamente formulato in relazione, da un lato, alla generalità delle fattispecie di reato doloso, dall’altro ai reati a tutela della salute e sicurezza sul lavoro e dell’ambiente”.

    Aspetto Sanzionatorio

    L’altro aspetto su cui ci soffermiamo, con riferimento al contenuto delle linee guida, è il sistema disciplinare e i meccanismi sanzionatori.

    La definizione di “codice etico” rimanda quindi inesorabilmente all’antica e complessa problematica della morale, ovvero dell’esistenza, o meno, di principi universali ai quali dovrebbero ispirarsi le azioni dell’uomo. In particolare, il termine “codice etico” acquisisce un suo valore specifico nella contemporaneità, proprio quando, parallelamente all’indebolimento dei cosiddetti “pensieri forti” tradizionali (le ideologie politiche, filosofiche e religiose che dettavano in modo rigido le norme della convivenza sociale), si assiste alla crescente domanda di regole di deontologia capaci di determinare i limiti e le condizioni della prassi umana in particolari contesti.

    Si ricorda , a questo proposito, che l’inosservanza delle misure previste dal modello organizzativo:

    – “deve attivare il meccanismo sanzionatorio previsto da quest’ultimo, a prescindere dall’eventuale instaurazione di un giudizio penale per il reato eventualmente commesso.

    Anzi, un modello potrà dirsi attuato in modo efficace solo quando azionerà l’apparato disciplinare per contrastare comportamenti prodromici al reato.

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